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Tonica individuale

Il tono della voce di ogni persona è caratterizzato da una nota fondamentale "tonica" che corrisponde ad una delle 12 note in cui viene suddivisa l'ottava musicale. 

 

Quando ci sentiamo calmi, tranquilli, nel pieno delle nostre forze siamo nella nostra "tonica", mentre nella vita quotidiana ogni emozione vissuta può contribuire ad  alterare il nostro naturale stato di equilibrio. Per questo motivo lo yoga del suono prevede la rilevazione della "nota personale" per poi suggerire alcuni semplici esercizi vocali che permettono di stabilizzarla.

 

Dopo la rilevazione della "nota personale" verrà rilasciato un cd e/o dei file audio che serviranno come guida per praticare individualmente gli esercizi finalizzati a stabilizzare la tonica. Clicca qui per saperne di più.

 

 

Questo brano, tratto dal romanzo di Alessandro Baricco "Castelli di rabbia", spiega "inconsapevolmente" l'essenza del Nada Yoga

 

"... Ogni venerdì sera Pekisch suonava l'umanofono. Era uno strano strumento. Lo aveva inventato lui. In pratica era una sorta di organo in cui però al posto delle canne c'erano delle persone. Ogni persona emetteva una nota e una sola: la sua personale. Pekisch manovrava il tutto da una rudimentale tastiera: quando premeva un tasto un complesso sistema di corde faceva pervenire al polso destro del cantore corrispondente uno strattone: quando sentiva lo strattone il cantore emetteva la sua nota. Se Pekisch teneva schiacciato il tasto la corda continuava a tirare e il cantore continuava con la sua nota. Quando Pekisch faceva risalire il tasto la corda mollava e il cantore si zittiva. Elementare. A detta del suo inventore, l'umanofono presentava un vantaggio fondamentale: permetteva anche alle persone più stonate di cantare in un coro. Effettivamente se c'è molta gente che non è in grado di mettere in fila tre note senza stonare è invece molto raro trovare qualcuno incapace di emettere una nota con perfetta intonazione e un buon timbro. L'umanofono faceva perno su questa capacità pressoché universale. Ogni esecutore non aveva che da badare alla sua nota personale: al resto ci pensava Pekisch...  -Voi non venite qui a cantare una nota qualunque. Voi venite qui a cantare la vostra nota. Non è una cosa da niente: è una cosa bellissima. Avere una nota, dico: una nota tutta per sé. Riconoscerla, fra mille, e portarsela dietro, dentro, e addosso. Potete anche non crederci, ma io vi dico che lei respira quando voi respirate, vi aspetta quando dormite, vi segue dovunque andiate e giuro non vi mollerà fino a che voi vi deciderete a crepare, e allora creperà con voi. Potete anche fare finta di niente, potete venire qui e dirmi, caro Pekisch mi spiace ma non credo di avere proprio nessuna nota dentro, e andarvene, semplicemente andarvene... ma la verità è che quella nota c'è.. c'è ma voi non la volete ascoltare. E questo è idiota, è un capolavoro di idiozia , davvero, un'idiozia da rimanere di stucco. Uno ha una nota,  che è sua, e se la lascia marcire dentro... no... statemi a sentire... anche se la vita fa un rumore d'inferno affilatevi le orecchie fino a quando arriverete a sentirla e allora tenetevela stretta, non lasciatela scappare più. Portatela con voi, ripetetela quando lavorate, cantatevela nella testa, lasciate che vi suoni nelle orecchie, e sotto la lingua e nella punta delle dita. E magari anche nei piedi... così alla lunga, diventerete quella nota".

 

 

Una volta rilevata la "tonica" procediamo ad individuare la scala personale che corrisponde ad una delle 72 scale della musica dell'India del Sud (Melakartha system); in un certo senso noi stessi diventiamo      l' "umanofono" e la nostra voce il massaggiatore interiore. Clicca qui per vedere il programma del corso di una giornata di introduzione al Nada Yoga.

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